Oggi, in Italia, l’accesso a un cibo adeguato sano e genuino è garantito solo a soggetti con le possibilità economiche per acquistarlo. Coloro che non possiedono un elevato potere d’acquisto rischiano di doversi accontentare di prodotti di qualità inferiore, meno sani e in quantità minore. Il cibo adeguato, sano e sicuro diventa così merce costosa, prodotta e offerta a segmenti sempre più elitari della popolazione. Sebbene le istituzioni pubbliche abbiano destinato maggiori risorse e avviato sperimentazioni, soprattutto durante e dopo la pandemia covid, per contrastare la povertà alimentare, il sistema è ancora caratterizzato da lacune e inefficienze: 1) Le misure introdotte hanno, di solito, natura una tantum e sono considerate temporanee ed emergenziali. 2) Sono spesso caratterizzate da barriere all’accesso nei confronti di alcune categorie di persone come, per esempio, i migranti. I requisiti per l’accesso alle misure sono spesso legati alla residenza continuativa sul territorio italiano per un numero di anni a volte anche superiore a 10. 3) Non tengono conto del diritto a ricevere alimenti adeguati anche sotto il profilo etico, religioso e culturale. Garantire l’accesso al cibo a chi versa in condizioni di povertà senza preoccuparsi di ciò comporta, di fatto, una violazione della dignità umana e del diritto di autodeterminazione religiosa e di libertà.
Lunghi, E. (2025). Povertà alimentare e migrazione in Italia: le difficoltà di accesso ad un cibo sano, sicuro e culturalmente adeguato. Intervento presentato a: Diritto, diritti e accessibilità - venerdì 10 e sabato 11 ottobre 2025, Milano, Italia.
Povertà alimentare e migrazione in Italia: le difficoltà di accesso ad un cibo sano, sicuro e culturalmente adeguato
Lunghi, ES
2025
Abstract
Oggi, in Italia, l’accesso a un cibo adeguato sano e genuino è garantito solo a soggetti con le possibilità economiche per acquistarlo. Coloro che non possiedono un elevato potere d’acquisto rischiano di doversi accontentare di prodotti di qualità inferiore, meno sani e in quantità minore. Il cibo adeguato, sano e sicuro diventa così merce costosa, prodotta e offerta a segmenti sempre più elitari della popolazione. Sebbene le istituzioni pubbliche abbiano destinato maggiori risorse e avviato sperimentazioni, soprattutto durante e dopo la pandemia covid, per contrastare la povertà alimentare, il sistema è ancora caratterizzato da lacune e inefficienze: 1) Le misure introdotte hanno, di solito, natura una tantum e sono considerate temporanee ed emergenziali. 2) Sono spesso caratterizzate da barriere all’accesso nei confronti di alcune categorie di persone come, per esempio, i migranti. I requisiti per l’accesso alle misure sono spesso legati alla residenza continuativa sul territorio italiano per un numero di anni a volte anche superiore a 10. 3) Non tengono conto del diritto a ricevere alimenti adeguati anche sotto il profilo etico, religioso e culturale. Garantire l’accesso al cibo a chi versa in condizioni di povertà senza preoccuparsi di ciò comporta, di fatto, una violazione della dignità umana e del diritto di autodeterminazione religiosa e di libertà.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


